La carriera universitaria è gestita direttamente dagli atenei in perfetta autonomia. Perciò, i bandi per il reclutamento del personale vengono pubblicati sui siti web ufficiali o all’interno delle bacheche d’istituto. Le tipologie di ricercatore che solitamente le università inseriscono nel loro organico sono due: ricercatore a tempo determinato con stipula di contratti triennali non rinnovabili; ricercatore a tempo determinato con stipula di contratti triennali rinnovabili per altri due anni.
In entrambi i casi per potere accedere al concorso da ricercatore, bisogna possedere il dottorato di ricerca e avere avuto dei contratti da ricercatore.
Fino a qualche anno fa, il ruolo di ricercatore universitario poteva essere anche a tempo indeterminato, ma con le nuove disposizioni di legge, sono ammessi al concorso (fino ad esaurimento) solo gli interessati al trasferimento di sede universitaria.
Trascorsi almeno tre anni da quando si è ottenuto l’incarico di ricercatore universitario, si può ottenere la conferma del ruolo. Si diventa così ricercatore confermato. In caso di esito negativo, invece, il ricercatore può chiedere un nuovo giudizio dopo due anni.
Lo stipendio di un ricercatore universitario è compreso tra 1.400 euro e 1.700 euro al mese.
Ogni tre anni, avviene lo scatto di anzianità, per cui si ha un aumento del guadagno del 12% per i primi 12 anni di carriera, del 6% dopo 16 anni e del 2,5% dopo 28 anni di carriera.