Il Vaso di Pandora

Nei tempi dei tempi, quando agli uomini era concesso di sedersi al cospetto degli dei, viveva Prometeo. Era un Titano giusto e pietoso ed era dotato di molta compassione per gli uomini. Per questo motivo, un giorno, per cambiare le sorti dell’umanità, rubò il fuoco a Zeus con l’intenzione di rendere gli uomini più coscienti ed indipendenti dagli dei, scatenando l'ira di Zeus il quale riservò a Prometeo un castigo atroce: incatenato sul Caucaso, avrebbe visto un'aquila divorargli il fegato che sarebbe ricresciuto ogni notte per perpetuare il dolore; agli uomini inviò un dono infido e alla prima donna fu affidato il compito di portare con sé, nel mondo, infinite sofferenze.

Ordinò ad Efesto di forgiare la fanciulla, Pandora. A lei ogni dio offrì un dono divino: bellezza, virtù, abilità, grazia, astuzia, ingegno.Ermes, che aveva dotato la giovane di astuzia e curiosità, venne incaricato di condurre Pandora dal fratello di Prometeo, Epimeteo. Questi, nonostante l'avvertimento del fratello di non accettare doni dagli dei, la accolse, si innamorò, la sposò. Pandora recava con sé un vaso regalatole da Zeus, che però le aveva ordinato di lasciare sempre chiuso. Tuttavia, spinta dalla curiosità, Pandora disobbedì: aprì il vaso e da esso uscirono tutti i mali che si avventarono furiosi sul mondo: la vecchiaia, la gelosia, la malattia, il dolore, la pazzia ed il vizio si abbatterono sull'umanità. Sul fondo del vaso rimase solo la speranza, che non fece in tempo ad allontanarsi perché il vaso fu chiuso nuovamente.
Prima di questo momento l'umanità aveva vissuto libera da mali, fatiche o preoccupazioni di sorta, e gli uomini erano, così come gli dei, immortali. Dopo l'apertura del vaso il mondo divenne un luogo desolato, cupo ed inospitale, fino a quando Pandora aprì nuovamente il vaso e permise anche alla speranza di liberarsi tra gli uomini.


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