Scende il livello di istruzione

Secondo il report 2020 dell’ISTAT, la situazione dell’istruzione in Italia rispetto agli altri paesi europei è pessima, con un notevole divario tra le Regioni del Nord e quelle del Sud dove è ancora forte l’abbandono scolastico. Il  report 2020 dell’ISTAT certifica la  situazione dell’Italia rispetto al livello d’istruzione dei propri cittadini;  l’istituto di statistica nazionale si è avvalso anche delle indagini condotte dall’EUROSTAT,e conferma che  il Paese ha tutti gli indicatori ben lontani dalla media dell’Unione e, in alcuni casi, si classifica addirittura come il peggiore della zona. Ad esempio, nonostante un incremento registrato negli ultimi quindici anni, solo il 62,1% della popolazione tra i 25 e i 64 anni ha conseguito almeno un diploma di studi superiori, a fronte della media europea che si aggira intorno al 78%. Anche per la fascia di popolazione compresa tra i 30 e i 34 anni la situazione non migliora, con solo il 75% circa di diplomati rispetto all’84% dell’indice dell’UE. Per quanto riguarda la situazione dei laureati nello stesso intervallo di età, l’Italia raggiunge il primato negativo di titoli ottenuti insieme alla Bulgaria con il 27,6%, ben 13 punti percentuali in meno del livello continentale.

Per quanto attiene alle differenze di scolarizzazione tra le diverse Regioni italiane,nel Lazio, Emilia-Romagna, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia e provincia di Trento, sono oltre il 30% i laureati tra i 30-34 anni. Nel Sud, più precisamente in Sicilia, Puglia e Calabria, si va invece sotto il 20% delle persone che posseggono il diploma universitario, mentre troviamo i valori più alti in termini di minore istruzione nazionale. Come nel resto dell’Unione Europea, anche in Italia è presente un gap di genere molto elevato a favore del sesso femminile. Infatti, considerando sempre come riferimento l’intervallo tra i 30 e i 34 anni, troviamo il 33,8% di donne con laurea, mentre gli uomini si attestano al 21,6%. Nonostante questa differenza, anche la quota delle ragazze italiane si posiziona al di sotto delle loro corrispettive europee. L’adozione di misure contro l’abbandono scolastico ha portato ad un calo di esso dal 35,1% del 1994 al 13,5% del 2019. Anche in questo caso emerge però una differenza notevole tra le regioni più virtuose del settentrione e il Mezzogiorno. Anche in questo caso spiccano negativamente Sicilia, Puglia e Calabria, insieme a Campania e Sardegna.

Secondo il report le brutte notizie non riguardano solo la quantità, infatti gli studi superiori presentano anche una qualità piuttosto scarsa rispetto alla comprensione dei testi, della matematica e delle materie scientifiche. In tali discipline gli studenti italiani presentano un’insufficienza oltre la media europea, con la Calabria che si attesta in ultima posizione.

Fonte: Web


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