Intelligenza artificiale: è proprio cosi positiva o nasconde dei lati poco chiari?
La notizia che le recenti immagini di Papa Francesco avvolto in un costoso piumino bianco o di Donald Trump con la divisa da carcerato siano state create con l’Intelligenza Artificiale, ha suscitato molto clamore.
Tuttavia questo è solo un aspetto perché oggi l’IA è in grado di spingersi ben oltre, arrivando ad esempio a elaborare in breve tempo intere tesi di laurea, perché le potenzialità dei programmi informatici sono illimitate e si evolvono in continuazione. Un’indagine pubblicata il 1° maggio dall’americana “NewsGuard”, organizzazione di giornalisti ed esperti impegnati a combattere la diffusione di notizie false ha scoperto che anche il mondo dell’informazione è contaminato da notizie false. Servendosi dei motori di ricerca Google e Bing, e utilizzando una serie di parole chiave utilizzate dai programmi di intelligenza artificiale, individuati i portali fatti esaminare gli articoli giornalistici in essi contenuti da uno strumento addestrato a riconoscere il linguaggio dell’IA, si è scoperto che i programmi di IA vengono sfruttati per comporre in maniera artificiosa articoli accattivanti. Ogni volta che l’ignaro utente clicca per leggerli, non solo accede a informazioni fuorvianti o del tutto false, ma fa arricchire i proprietari dei siti attraverso la pubblicità presente in ampia quantità sulle pagine web. E dietro il malevolo meccanismo la mano umana è assente.
NewsGuard ha scovato ben 49 siti in 7 lingue differenti – tra cui cinese, francese, inglese e portoghese – che “sembrerebbero essere stati interamente o in gran parte generati da modelli di linguaggio basati sull’intelligenza artificiale progettati per imitare la comunicazione umana”. In pratica nonostante i siti si spaccino per testate giornalistiche, i cronisti in carne e ossa non esistono.
I loro nomi sono di tutto riguardo ( News Live 79, Daily Business ,Post, Market News Reports ) e il loro intento di trattare importanti argomenti di politica, salute, intrattenimento, finanza, tecnologia è accattivante cosi come dei è costante l’aggiornamento dei contenuti alcuni siti arrivano a produrre “centinaia di articoli al giorno” ma sono solo articoli “specchietto per le allodole”. Tali siti infatti sono pervasi di annunci pubblicitari che fruttano ai proprietari cospicui incassi. Il lettore, di contro, si ritrova a leggere articoli scritti “con un linguaggio banale e frasi ripetitive”: in conclusione ed è importante ricordare ricorrono molto spesso, cosi come non posso completare questa richiesta si presentano nel mezzo del testo. Questi sono segnali precisi che i brani in questione sono stati prodotti automaticamente da programmi di intelligenza artificiale.
La supervisione umana non è minimamente presente, infatti le frasi di cui sopra sono le risposte fornite dagli assistenti digitali quando non riescono a trovare le informazioni richieste dagli utenti. Ai messaggi di errore si alternano quelle che gli esperti definiscono “allucinazioni”, cioè informazioni estranee al tema dell’articolo, presenti nel testo per via di un malfunzionamento dell’algoritmo dell’IA. In altri casi, i siti si limitano a riassumere le notizie provenienti da fonti esterne. L’indagine di “NewsGuard”, messo in evidenza un portale che si limita a riformulare gli articoli editi sul portale della statunitense della CNN.
Nell’analizzare i siti, è emersa la difficoltà di individuare i proprietari “reali” infatti, non essendoci alcun riferimento alla composizione della redazione è pressoché impossibile determinare chi sia l’autore. Gli articoli vengono firmati da amministratori ed editori totalmente anonimi, mentre quando compaiono dei nomi associati a immagini, si tratta di “profili non autentici” o “autori falsi”. La sezione relativa all’informativa sul trattamento dei dati personali dell’utente – obbligatoria per legge – è scritta da algoritmi addestrati per comporre avvisi sul diritto d’autore. Infatti le informazioni sono generiche ed incomplete.
In pratica, simulando in modo
convincente il lavoro di giornalisti veri, si attrae l’attenzione dei naviganti sulle pubblicità collegate a ciascun articolo e in questo modo si riempiono le tasche dei proprietari occulti.